La Cariologia

La Cariologia: un nuovo approccio
La Patologia Cariosa, o Carie, è la malattia più diffusa nel mondo.
Si calcola che circa il 94% dei soggetti adulti abbia avuto esperienza di carie durante la propria vita.

Un errore comune, però, è quello di definire la malattia e il suo principale effetto con lo stesso termine: “carie”, appunto.

Nel parlato quotidiano, quando diciamo “ho una carie” oppure “il dentista mi ha trovato una carie” stiamo in realtà parlando solo di un singolo effetto di una patologia molto più ampia.
Questo fraintendimento ha promosso, negli anni, un approccio quantomeno limitato nel modo in cui sia la comunità medica, sia la popolazione generale, ha affrontato il problema della Carie.

Pensare di “curare” un paziente “malato di carie” facendo un’otturazione sarebbe un po’ come voler sistemare un mobile in legno tarlato riempiendo un singolo forellino sulla superficie.

La moderna Odontoiatria, fortunatamente e finalmente, ha sviluppato una filosofia completamente diversa: da questo deriva la Cariologia, termine che racchiude un vero e proprio percorso terapeutico personale e personalizzato, che possa portare a sviluppare misure di prevenzione per controllare, rallentare e in certi casi arrestare la diffusione (futura) della patologia.

Quale è il percorso terapeutico cariologico che trovo nello Studio Marcellini Lorvetti?

  • Inquadramento del paziente, con particolare attenzione alla storia medica e dentale passata;
  • valutazione clinica accurata e utilizzo dell’indice DMFT (D=decayed, M=missing, F=filled, T=teeth), ovvero la rilevazione dello stato di salute della dentatura;
  • inserimento nel protocollo di Igiene e Prevenzione, con una cadenza di sedute di pulizia in studio personalizzata sul singolo caso;
  • istruzione, motivazione e consigli sulle abitudini, le tecniche e i dispositivi di Igiene Orale quotidiana più idonei per quel paziente;
  • counselling sulle abitudini alimentari e sulla dieta;
  • controllo radiografico periodico e determinato dalla cariorecettività del paziente (il tasso di rischio, per quella persona, di sviluppare lesioni cariose);
  • terapie di Odontoiatria Conservativa, possibilmente mini-invasive, nel caso di lesioni cariose già presenti;
  • inserimento nel protocollo di richiami e controlli a lungo termine delle terapie eseguite.

Il nostro scopo? Far ingrassare i tuoi denti!

Quando ci guardiamo allo specchio, vediamo i nostri denti come qualcosa di fermo, statico, sempre uguale. Niente di più sbagliato!


I denti sono un insieme di tessuti assolutamente vivi e in continuo cambiamento.


Lo smalto, ovvero la parte più esterna del dente, è una struttura cristallina la cui molecola più importante è l’idrossiapatite: la strato più esterno subisce un continuo rimodellamento, con alcune di queste molecole -immaginiamole come dei microscopici tasselli- che si staccano (demineralizzazione) e altre che si riattaccano al dente (remineralizzazione).


Quando l’ambiente circostante è acido (Ph 5.5 o inferiore) avviene la demineralizzazione;
viceversa quando nella zona vicino allo smalto i livelli di acidità si abbassano (Ph 6.0 o maggiore) si realizza la remineralizzazione.


Se noi riusciamo, quindi, a creare l’ambiente adatto attorno ai nostri denti, stiamo promuovendo la remineralizzazione: stiamo, cioè, facendo in modo che si attacchi ai denti più sostanza possibile.

Li stiamo facendo ingrassare! Ma, situazione più unica che rara, in questo caso ingrassare fa bene!

Come faccio a creare un ambiente favorevole alla remineralizzazione?

I batteri presenti sulla superficie dei denti, organizzati in una struttura complessa definita “biofilm” (quella che normalmente identifichiamo come “placca”), potendo agire indisturbati creano un ambiente acido favorevole all’attività cariogena.
È importante, quindi, prima di tutto eliminare costantemente il biofilm batterico dai denti.
Come? Con una corretta Igiene Orale Domiciliare.


Inoltre, dobbiamo prestare attenzione alle nostre abitudini alimentari: alcuni cibi sono “protettivi”, mentre altri sono “patologici” e quindi predisponenti alla Carie.
Leggi qui la scheda dedicata all’Alimentazione.


Altro aspetto fondamentale è la qualità e la quantità della saliva: quando il nostro corpo è disidratato tende a mantenere umidi gli organi nobili (cervello, cuore, ecc);
in queste condizioni, la produzione di saliva passa in secondo piano e nella bocca si crea un ambiente più favorevole agli acidi.

Bere molta acqua significa quindi favorire la produzione di saliva, abbassare l’acidità dell’ambiente orale e… mandare in depressione i batteri cattivi!

Un nostro alleato: il fluoro!

Fin da piccoli, è importante fare amicizia con una sostanza alleata dei nostri denti: il fluoro.
L’Organizzazione Mondiale della sanità ha determinato che, nei paesi sviluppati, l’assunzione di fluoro deve essere prevalentemente locale, quindi per mezzo del dentifricio.


L’utilizzo quotidiano di dentifrici contenenti almeno 1450ppm di fluoro (“ppm”, parti per milione – potete leggere questo dato sulla confezione) promuove la formazione di uno smalto molto più resistente all’attacco dei batteri.


Infatti, quando il fluoro si lega all’idrossiapatite, si forma la fluoridrossiapatite: la nuova “super molecola” ha la caratteristica di resistere a livelli di acidità molto più elevati (la sua demineralizzazione inizia a Ph 4.5 e non 5.5 come la normale idrossiapatite).

Considerando che quella del Ph è una scala logaritmica, la differenza di 1 punto è enorme!

Il fumo può avere qualche effetto?

Poche parole: il fumo fa male.

È distruttivo praticamente su qualunque parte del nostro corpo.


La bocca non fa eccezione: le capacità di autodifesa dei tessuti vengono limitate, se non del tutto annullate.
L’ambiente orale cambia, con il fumo. Non in meglio, ovviamente.

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